Tiziano Lugli (Soliera 1934 – Modena 2020), architetto e urbanista, a partire dalla metà degli anni Sessanta fu tra i principali protagonisti dell’espansione urbanistica della città insieme a Roberto Corradi e Franco Lipparini, con cui strinse un saldo rapporto di collaborazione. Il loro nome resta legato ad alcune delle opere che caratterizzano ancora oggi il paesaggio urbano di Modena, come il Direzionale 70, il Centro Direzionale Modena Due, la torre delle Ceramiche Ragno (oggi uffici di Coop Estense). Per il Comune di Modena i tre architetti contribuirono all’elaborazione del Piano Regolatore Generale (PRG) del 1965 e della variante del 1975, nonché alla progettazione del Centro dei quartieri residenziali Villaggio Zeta e Villaggio Giardino.

Oltre a occuparsi di restauro e ristrutturazione, intervenendo su importanti edifici cittadini, come ad esempio il comparto della Manifattura Tabacchi (in collaborazione con Paolo Portoghesi), l’ex Gruppo Rionale XXVI Settembre, poi divenuto Fondazione Marco Biagi, Palazzo Boschetti e Palazzo Campori, Lugli estese il proprio operato al territorio provinciale con importanti progetti, come la Galleria Ferrari a Maranello e il restauro della Palazzina della Casiglia a Sassuolo (in collaborazione con Gae Aulenti), conducendo anche un’intensa attività fuori regione, con il progetto di riordino urbano delle aree delle ex acciaierie Falck a Sesto San Giovanni, i piani integrati d’intervento del quartiere Garibaldi Repubblica a Milano e delle aree industriali dismesse ex Sitoco nella laguna di Orbetello.

Il Fondo Lugli è costituito dall’archivio professionale dell’architetto e comprende una mole considerevole di progetti che documentano oltre 50 anni di attività, spaziando dall’edilizia residenziale, a quella commerciale, fino a includere piani particolareggiati e piani regolatori, che consentono di ripercorrere la storia urbanistica di Modena nella seconda metà del Novecento attraverso schizzi, progetti, fotografie e relazioni.

Donato dagli eredi alla Biblioteca Poletti nel 2021, è in attesa di riordino e inventariazione.

La biblioteca conserva anche l'archivio professionale dell'architetto Roberto Corradi.



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